CRITICHE
Nel 1992 Vera
Ambra dona alle stampe una silloge dal titolo, in verità impegnativo ma non ammiccante.
La voce delle donne, tratto da una sua intensa e significativa poesia.
LAutrice ha diviso le liriche in tre parti titolate
progressivamente: Sei luna, Attimo e La voce delle
donne, come a volere segnare le tappe essenziali e fondamentali del distacco dalla
parola chiacchiera (così ha definito Jonesco la parola che non rivela più)
per approdare al logos che diventa lazione cioè lo sradicarsi dal quotidiano, dalla
pigrizia mentale, dallabitudine.
Quindi, prendere coscienza e vivere pienamente la propria condizione di
donna nella concezione più universale, inserita in una qualsivoglia società non solo
perché specificatamente siciliana: fermarsi ad ascoltare la musica che nasce dentro,
allertare tutti i sensi e gioire allora delle proprie sensazioni e della propria
femminilità.
Vera Ambra ha percorso questo itinerario ed ha concluso questa esperienza
nel prendere profondamente e totalmente coscienza di essere persona e nel sentimento di
pienezza che essa origina.
Ed è sempre lo consapevolezza che mette in opera lo scandaglio per
esplorare le profondità del proprio essere, seguire le tracce di un pensiero
intrigante nello spazio del cuore, come afferma la stessa Autrice nellincipit
della sua raccolta titolata Favola e data alle stampe nel 1995.
In Favola, infatti, la poeta sceglie la forma del dialogo
intimista e la sua lirica segue lo stretto sentiero che conduce all' io,
registrando sentimenti, sensazioni, pulsioni, come a volere trasferire nellambito
individuale proprio i dati, i valori culturali, gli elementi costitutivi della realtà
esterna che hanno caratterizzato lo raccolta di poesie La voce delle donne.
Vorremmo sottolineare con Vera Ambra lo riuscita delloperazione di
ossimi lozione e trasfigurazione condotta nel suo secondo libro, ma essendo felicemente
vicini per natura al dubbio. riteniamo di riscontrare nelle due pubblicazioni
il motivo husserliano della contraddizione fra universo mutevole ma concreto e un
io invece assoluto che non ha però nessuna concretezza.
Questa aporia è presente in Montale sempre come manifestazione della
cultura della crisi e in Vera Ambra come importante e seria ricerca della
comunicatività e della espressività letteraria.
Vera Ambra non ama autodefinirsi poetessa. Ma chi
parla di lei dà per scontato, quando la inserisce a pieno titolo, anche se con degli
opportuno distinguo, nel lettrismo, in quel movimento cioè o arte che accetta
la materia delle lettere ridotte e diventate semplicemente se stesse (Isidore Isou).
Le poesie di Vera Ambra cercano un nuovo
linguaggio poetico. Il limite di ogni poeta, la paura di chi si accinge a poetare è
lincomunicabilità. Il poeta parla per sé o parla per gli altri? Il poeta vuole
essere capito?
La ricerca di un nuovo linguaggio poetico è una
rivendicazione elitaria o serva a portare ai lettori la voce appassionata del poeta che
piange e grida? Io preferisco dare, per Vera Ambra la seconda risposta. LAutrice ci
parla col suo linguaggio, perché nel poetare non né ha uno diverso. Ma come il bambino
che piange perché vuole parlare con la mamma, così le poesie di Vera Ambra sono
lavvio di un dialogo, che parte da certe frasi, da versi in cui non esistono segni
di interpunzione. È troppo facile per il lettore pensare ad Ungaretti prima maniera, per
lermetismo di certi versi: Balocchi calpestano / pudori innocenti / istinti
ribelli / nellinsieme cellule / contaminano lesistenza / nellinutile
ricerca / di frammenti senza ordine.
In La voce delle donne cè
molto di inespresso, ci sono pagine bianche, da cui si staccano poche parole, come da una
situazione di silenzio. Vera Ambra isola nel verso le parole, in modo da rendere tutta la
loro violenza semantica. Perché quelle parole (o quei frammenti di parole) isolate nel
corso di un verso? Perché il ricorrere di tutti quei contenitori, vuoti o pieni, indicati
come spazio - cuore - trappola - labbra - mento - sipario - casa - porta - persiana -
anfratto? Perché quella contrapposizione tra copertura e trasparenza?
(Nascondetevi e spalanca le finestre).
Forse perché Vera Ambra dice Mi sono mascherata, ho perso cose. E si riferisce al
passato. E per il futuro? Forse si riferisce al futuro odore di libertà e
voglia di crescere?
Ho letto con meticolosa periodicità il tuo libro che ho
trovato interessante e complesso. La tua è una Poesia molto personale e direi di
avanguardia che scava nel profondo e non di facile interpretazione, almeno nel primo
impatto. Non è facile capire il tuo credo poetico e quindi apprezzarne le finalità ed i
meriti.
Si capisce sin dallinizio del suo libro che
Vera Ambra desidera percorrere orizzonti insoliti. I suoi versi arrivano a ondate
successive senza soluzione di continuità, mancano di punteggiatura, sono essenziali e
incidono la superficie apparente delle cose e dei sentimenti. Le onde si ingrossano,
prendono forza e vigore; infine un fortunale si abbatte sulla Sicilia (lAutrice vive
a Catania) e non solo lì. Lultima composizione rappresenta linizio di una
azione destinata a intensificarsi. Le parole abbandonano i significati consueti e,
andandosene per conto loro, lasciano orfana la realtà; naturalmente la realtà che fa
cerchio intorno alle anomalie del nostro tempo: politica, affarismo, camorra e mafia, ed
anche una certa falsa religiosità.
«Per me scrivere è stato un modo di affrontare
lessenza della vita in maniera dignitosa. Il lettore non va tediato con elaborazioni
colmi di tristezza, questa non è unarte, ma va accompagnato in un mondo fatto di
luce, di speranza, in cui il verso o la prosa abbiano una propria collocazione
propositiva».
In modo rivoluzionario e coraggioso Vera Ambra, autrice catanese, con
calma ed estrema lucidità, ci introduce nel mondo della poesia. La scrittrice, che per
anni, ha lavorato sul suo modo di comporre, è riuscita ad uscire dagli schemi classici e
normali della poesia, che portano lo scrittore a piangersi addosso per cercare la
comprensione negli altri o la necessità di sfogarsi con gli scritti.
Per lei la sofferenza fa parte della vita di ogni individuo e, come tale,
deve essere affrontata, comunicata e superata, affinché luomo possa continuare la
sua esistenza, reagendo e diventando sempre più forte.
Vera certamente è una donna forte, sicura e battagliera, perfettamente in
equilibrio tra la ragione e lanima, così come i suoi versi, estremamente
comunicativi, che si districano tra metafore, simbolismi e cruda realtà. La sintesi regna
nelle sue poesie colme di ricordi, trasposizioni del passato alla ricerca del nuovo incubi
trasformati in incanti, lacrime divenute sorrisi.
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