Gabriele Cappella
A farmi conoscere Gibran la prima
volta è stata la mia carissima amica Paola (con cui voglio
condividere questo pensiero) che, nel tentativo di mostrarmi quali
possono essere le vie per vivere appieno la vita, ha diluito i
racconti in splendide mail.
Ho scorso di nuovo le parole del "Profeta" sul sito Akkuaria,
arricchite di egregia grafica e colonna sonora, e si è risvegliato
in me di nuovo il contrasto con quella filosofia.
Non credo di saper accettare chi propone risposte ad interrogativi
esistenziali. Non mi viene naturale cercare sempre ad ogni domanda
una risposta immediata. Il calore di una amicizia, sia essa per
corrispondenza o per cammino nello scorrere dei giorni, è tanto
più forte perché ha il valore della condivisione.
Un amico non è tale perché ha la risposta ai tuoi quesiti, ma
quanto perché ti fa alzare lo sguardo così da trovare la forza e
gli strumenti per continuare la ricerca.
Paola, Vera e tanti altri amici e compagni di viaggio: le vostre
parole hanno l'autenticità, la trasparenza e soprattutto la forza
dei vostri pensieri; mai vi siete eletti a profeti ma lo siete
stati ogni volta che mi avete aiutato ad apprezzare ogni momento
di vita.
Gibran ha formule di logica cristallina e verità universale. Sono
principi validi per tutti e per ognuno ma nell'enunciarli
dimentica che siamo diversi l'uno dall'altro. Poi ci sono i
compromessi, quelli che alcuni chiamano i conti con la vita reale,
che sembrano star li a dimostrarti che per vivere in questo mondo
accettarli sia il male minore. Così a volte ti accorgi che la
felicità diventa spensieratezza e superficialità e il resto sono
utopie per gli altri e principi nobili confinati tra le mura della
tua anima.
Non mi è quindi strano se i passaggi di vita che balzano
soventemente alla mia mente sono quelli sprezzati dalla
razional-ragione e abbandonati alla passione di vivere.
I prezzi di quei momenti sono salatissimi, ma li pago ogni volta
senza guardare in faccia all'esattore. Chiedo venia se
ancora lo trovo più accettabile dell'irrequieto vivere a pensar di
che ne sarebbe stato se...
Poi succede che, nemmeno il tempo di finire di scrivere queste
parole credendo di aver chiuso il conto con "il Profeta",
direttamente o indirettamente qualcuno è li a propormi uno scritto
illuministico di un tal G.K. Gibran. Che sia un segno ?
Sicuramente è segno di non smettere a ricercare.
Vincenzo Schiano
"Questo racconto multimediale, nato
dall'unione della letteratura con la musica per mezzo
dell'informatica, è qualcosa di straordinario perché ti rapisce,
ti trasporta sulle ali della fantasia, cullandoti sulle onde di
una musica che ti accompagna, ti circonda, ti avvolge in
un'atmosfera incantata, surreale e fantastica.
Non si legge, ma si vive! Ci sei dentro!"
Grazie per tutto ciò che fate
Alfredo Sorbello
Vi ringrazio per l'onore e l'onere
di commentare queste due nuove opere, ecco il commento per l'opera
di Gibran (mi riservo di leggere e commentare in seguito l'altra
opera).
"L'idea del libro virtuale non è nuova ma non tutte le opere di
questo genere riescono nella difficile operazione di creare
armonia tra le espressioni artistiche della poesia, del suono e
delle immagini.
E non tutte riescono come questa a fornire un avvincente percorso
emotivo in un concerto di sensazioni. Le parole ricercate
accuratamente e combinate per dare un gusto di solenne
partecipazione rendono organica l'esposizione.
Partecipazione del resto necessaria per immergersi nell'abbraccio
commosso e assetato di verità di una comunità che vede
all'improvviso manifestarsi l'ansia di avere risposte a domande
che troppo avevano atteso di essere formulate.
Chi osserva la scena non riesce a fare a meno di scuotersi dentro
ascoltando con trepidazione le parole del profeta. Tutti hanno
sete di bere dalla fonte della conoscenza infinita e dalla
sicurezza estrema di chi parla nel nome di Dio. Sicurezza che reca
gioia negli animi che accolgono la parola e provoca turbamento e
riflessione negli altri che cercano in modo estenuante la
conoscenza ed attendono che pervenga loro.
Ognuno, dice l'autore, è solo nella conoscenza di Dio, questa
solitudine nella ricerca della verità ci turba e ci lascia un
attimo fuori dal mondo, fuori da tutto, costretti nel nostro
micromondo interiore. Inutile parlare o ascoltare le parole di chi
è loquace per togliere quel senso di solitudine. La parola, se
vittima della ragione assoluta, diviene falsa detentrice di verità
e non appaga chi cerca la pace e la rinascita dello spirito. Il
risultato complessivo dell'opera è di riuscire nell'intento di
coinvolgere i sensi e in questo bisogna essere grati all'autore
del testo ma particolarmente alla rivisitazione di Vera Ambra."
Giuseppe
Marziano
Un esperimento letterario che
coinvolge il lettore in una serie di temi e problemi che hanno
riguardato l’uomo e che sono specificatamente attuali. Il profeta
che si ascolta e che diventa il mezzo attraverso il quale una
moltitudine di uomini e donne ascolta parole che risuonano ed
echeggiano nell’etere come verità assolute. Anche il linguaggio
profondamente persuade il lettore che ne recepisce le più intime
verità, metabolizzandole e vivendone le più profonde asperità. Il
lavoro di Vera Ambra è profondo e spruzzato di quella sensibilità
poetica e filosofica che trascina il lettore in uno spazio
surreale di grande serenità. Una nuova frontiera della
prosa-poesia.
Rosanna
Lo Presti
Vera, le due opere " LA SPADA, LE
RADICI, L'ACQUA" di Gianpiero Caglia e Il "PROFETA" di Kahlil
Gibran, rivisitate e narrate magistralmente da te, mi hanno
colpito profondamente. Ti ringrazio di avermi fatto fare questo
meraviglioso viaggio fra l'incoscio e realta'. Il feeling e' stato
veramente emozionante. Vera sei fantastica ! Non mi sorprendi, sei
una professionista molto seria e acuta.Anche l'illustrazione e'
perfetta.
Opere come queste non si possono dimenticare, grazie agli
autori,ma sopratutto a te che con tanta cura hai rivisitato, e
narrato. Attendo di leggere altre opere. Auguri, e tanti
complimenti per il tuo grande ingegno. Rosanna Lo Presti
Severino
Proietti
Ho letto volentieri e mi sembra che
esprima un'aspirazione che io ho cercato di realizzare con la mia
ricerca di natura filosofica
epistemologica
perché non ogni ricerca approda alla vera origine e alle nost<<Selezione
nel documento>>re vere radici.La presentazione di Vera Ambra è
piena di freschezza e ora attendo di leggere il racconto di
Gianpietro Creglia.
Federico Cicoria
Colori come le finestre del cielo.
Scrivi come la tessitrice di tappeti.
Ami come il silenzio ...
In un Mondo segnato dall'egoismo
porti la brezza che rinfresca gli
Animi dei ricercatori pellegrini.
La tua Poesia illumina la nostra
intimità profonda, così da far rispuntare,
nel nostro Cuore, i candidi fiori
della Gentilezza e dell'Amore.
Ecco, ora chi ti legge nutre e disseta se stesso.
In questo modo si realizza il senso
della Comprensione e della Verità.
Come foglie, che si staccano e cadono
dai rami piu' alti di alberi possenti,
lasciamoci coinvolgere dalle nostre
Emozioni, mantenendo quella meravigliosa
sensazione di essere fortemente Amati.
Giuseppe Marziano
La sperimentazione di nuove forme di
scrittura mi ha sempre attratto. Trovo che l'iniziativa sia molto
interessante, come interessanti sono le immagini e le musiche che
si offrono come un tutt'uno. Un nuovo modo di "leggere" la
poesia-prosa, che non rimane al solo stato di paola, ma si fa
immagine e musica, e tutt'insieme concorrono all'offerta
squisitamente intellettiva che il lettore più attento ricerca.
Recensione a "La spada, le radici e
l'acqua"
Nella sua struttura semplice e complessa allo stesso tempo, eventi
situazioni e apprendimenti si intrecciano in una fase
evolutivamente darwiniana che assorbe uno strato più alto della
terrena quotidianità. L’essere che dallo stato aereo-subliminale
passa a quello tridimensionale che implica altre situazioni,
assorbe come “tabula rasa” le discontinue fasi di apprendimento.
Sospesa a metà tra l’onnipotenza divina e l’inferiorità, presunta,
animale, sensazioni e parole fanno sì che le immagini siano quanto
mai nitide. Il percorso cerebro-fisico si snoda in un mondo che
non mostra ostilità se non per l’evoluzione naturale che l’essere
uomo ha subito e con la quale in effetti non ha imparato a
convivere.
Come dire che lo strato in cui quest’essere, comunque superiore,
si trova alla fine del racconto comunque rispecchia un modo di
comportarsi che è quanto mai vicino all’istintività che
caratterizza la mancanza di ratio dello stato animale.
Come dire che lo strato ancestrale umano vive tutt’oggi una
catarsi dalla quale mai prenderà coscienza dell’esistenza
dell’istinto.
Il rifiuto, se non fosse per solo quello fisico, dell’essere a lui
simile per un colloquio a quell’essere a lui dissimile, dal quale
trae linfa vitale, e accomunamento sensoriale, fanno del
viaggiatore antropico un pioniere dell’attuale ripensamento in
termini deleteri della modernità materialista.
Il viaggio sensoriale rimane straordinario per la complessità dei
meccanismi di apprendimento che l’essere istintivamente
costruisce.
Architetture mentali che già possiede, ma che vengono incrementate
dal continuo svezzamento cerebrale.
In alcuni tratti sembra avere una onnipotenza che rimane poi
ritagliata entro limiti umani, trattenuta da una forza,
gravitazionale, che confina lui e la sua mente in un mondo tutt’altro
che immaginario.
L’esperimento squisitamente letterario, ricco di immagini che
supportano le parole riesce ad esprimere tutto il disagio, le
sensazioni, le emozioni e l’apprensione che l’essere mostra nel
suo percorso.
Claudia Sancasciani
Ho fatto appena in tempo a scorrere
velocemente la prima opera audio visiva da Vera Ambra rivisitata e
devo dire che mi ha trasportato in un'altra dimensione..
Posso dire brevemente i punti che più mi hanno colpito: quando si
parla del matrimonio... e con decisione delicata si fa intendere
come la fusione con l’altro non sia oppressione; l'amicizia... che
è un bisogno che abbiamo e che però viene definito un bisogno
saziato... gioia e dolore, che consideriamo sempre lontani l'uno
dall'altra e invece... è vero che se l'una è tavola con noi
l'altro è accanto a noi nel letto ad attenderci.
Solo questo ti posso accennare per adesso, anche se vorrei dirti
di più perché mi rendo conto di quanto sia realistica quest'opera..e
la cosa che più mi meraviglia è che mi rassomiglia nei pensieri.
Saprò dirvi di più se mi date un altro po' di tempo per leggere
ancora... ma è uno specchio della vita in tutte le sue
sfaccettature.
Vi ammiro moltissimo.
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