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PUDORE

"Ero io quel pezzettino che cercava una ragione"

dal libro di Vera Ambra

 

 


La serenità può essere raggiunta
solo da un'anima disperata e per essere disperati
occorre avere molto amato
e amare ancora il mondo.


Blaise Cendras


 






Ho una visione complessa del mondo?

Forse, ma con una sola certezza: la mia vita è una realtà ...

...e non può essere negata.







 


cop.jpg (32471 byte)Se la gioia e il dolore sono portavoce del VISSUTO di ognuno, ora posso con tutta tranquillità affermare che per me la poesia ha rappresentato la via unica della guarigione: il sostegno inventato per sopravvivere ed essere più forte degli eventi stessi della quotidianità.

La mia vita – un giorno – scorreva su i binari della serenità fino a quando una donna, infiltratasi silenziosa nella vita di mio marito, ha stroncato ciò che era una "unione solida". Una donna che ha smembrato la mia famiglia e che, irrimedialmente, ha  turbato la serenità dei miei figli.

La perdita dell’uomo che – simbolo di sicurezza – aveva catturato il mio cuore, si era trasformata, quasi per funzione meccanica, in un teatro d'ipocrisie e convenzioni e, allontanandomi sempre più, sono diventata prigione e prigioniera della mia stessa presunzione umana.

Poi, con gli anni, uno spiraglio di luce ha cominciato a rischiarare la mia confusione, i dubbi ed i rimorsi e, palpando la vera essenza delle cose, ho aperto di nuovo gli occhi alla vita, accettandola.

Con la raccolta pubblicata in"Pudore" ho ripercorso il risultato di una ricerca interiore che ha riguardato la massima parte di una mia intera esistenza che, con forza quasi morbosa ho voluto – nel ricordo di ciò che è stato – salvare un rapporto d’amore ...perso per amore.

Una indagine faticosa, la mia, fatta con l’obiettivo di ritrovare – in me – quella donna che, sazia del suo soffrire, scoprisse l’umiltà d’esistere e ritrovare la pace.

Attraverso gli anni – tanti – anni di solitudine e di distacco dalle cose materiali ho imparato a tradurre in quiete l’agitazione per ciò che era diventato, a brandelli, la voglia di farcela. A quantificare il desiderio di essere più forte della stessa paura che albergava dentro me.

E così "con l’occhio guarito della calma"sono ritornata a ritroso su quel cammino, guardando quel periodo "come fossi mare da nave che s’allontana".

La poesia è stata per me una risorsa, una nuova ragione di vita ed  attraverso il fuoco della parola, l'ho fatta diventata uno potente strumento  per sdrammatizzare la solitudine e riconciliarmi con il mondo intero.

Così, con l’unica certezza che la natura degli eventi è il  terreno in cui muoversi, la quotidianità l’ho tramutata via via come le righe che qui scorrono senza pudore alcuno.

Ciò potrebbe sembrare, ad occhi estranei, l’offerta di una personalità rinnovata, la ricerca di una nuova dignità...

Ma, vi assicuro che non è stato facile accettare di navigare in un mare sempre agitato e non più "tempestoso". In tutto questo non è mai stato raccolto il frutto "della rassegnazione": solo con una grande forza sono riuscita a sfumare i contorni dell’antica vita e ridipingere di colori diversi il mio mondo.

Il risultato di questa impresa non è stata, certo, la sembianza di una vittoria.

È stato il ritrovato coraggio interiore di determinare il mio futuro con la consapevolezza che il mondo vive assieme a me ed io intorno ad esso.

Vera Ambra

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