albero.jpg (72475 byte)

Dov’è l’albero?

Dico girandomi.

Occupa appena un misero spazio sul marciapiede.

È un tronco contorto, avvitato a forza nell’aria ferma.

Tutte le sere s’arrampica verso il cielo, quasi con prepotenza. Cerca di stringere e baciare la sua luna: l’infedele amica che certe notti turba i suoi rami; ed è sempre lì, superba.

Come lei, straziata creatura, anch’io sono buttata in questo luogo come un colore nel paesaggio della tela d’un pittore.

La faccia della luna è stagliata nel punto più lontano del cielo e, senza alcuna fretta, si libera dai bianchi veli.

La sua luce è di ghiaccio…

Troppo ghiaccio!

Ma è sempre lì: incantevole.

Nulla turba il suo argento, piatto, liscio, lucido e, come odalisca, la sua luce palpabile danza nel recinto della mia stanza e come una perfida madre, dal seno colmo, non si stanca di alimentare il mio tormento. Ma stasera, forse più d’ogni altra sera, voglio cancellare la tranquillità che pesa tra le pareti.

Allora? Mi domando chiusa dentro un lungo respiro.

M’interrogo perplessa: saprò ancora cogliere a piene mani dal cesto della vita?

Avrò l’ebbrezza d’attingere dal cuore che va in frantumi?

 sigaretta.jpg (28040 byte)

Dall’alto del suo trono la povera sigaretta ormai è una sgradevole cicca, goffa e disperata è in procinto di spiccare un volo.

 

Uno sguardo smarrito è attonito sull’area aperta delle mie pupille.

La realtà e la trascendenza dei pensieri si sovrappongono, l’una con l’altra, impazienti.

Sembrano due mondi paralleli, eppure cercano di congiungersi, di giustificarsi per respingersi e attrarsi come tra aliene circostanze.

 

Quando la realtà si mostra opprimente

ecco: si aprono le porte dell’illusione.

 

alberoluna.jpg (32502 byte)

Sono sicura!

Sto precipitando nell’incanto d’un sogno, come quella sera.

Nulla turbava il big bang che fu un battito in cui, veloce, si formò un nuovo universo mentre, adesso, vorrei provocare un’altra implosione, distruggere ogni atomo, e mandare a pezzi ogni forma.

È nello specchio deforme della vita che si può trovare la strada per entrare nel regno dove l’immaginazione elargisce quelle sue emozioni, ma il passato è solo un guscio vuoto.

Un guscio in cui ho protetto la vita prima di nasconderla nella mente.

In un certo senso qualcosa cerca di filtrare attraverso la percezione incrostata d’un ritratto sul muro: qualcuno?  Sì, in quella stessa posa, logora e stagnante.

Allora? Dedico l’inchiostro alla carta prima che l’inutile illusione della penna si possa confondere col pallore insonne delle ore.

freccia.gif (731 byte)