Dovè lalbero? Dico girandomi. Occupa appena un misero spazio sul marciapiede. È un tronco contorto, avvitato a forza nellaria ferma. Tutte le sere sarrampica verso il cielo, quasi con prepotenza. Cerca di stringere e baciare la sua luna: linfedele amica che certe notti turba i suoi rami; ed è sempre lì, superba. Come lei, straziata creatura, anchio sono buttata in questo luogo come un colore nel paesaggio della tela dun pittore. La faccia della luna è stagliata nel punto più lontano del cielo e, senza alcuna fretta, si libera dai bianchi veli. La sua luce è di ghiaccio Troppo ghiaccio! Ma è sempre lì: incantevole. Nulla turba il suo argento, piatto, liscio, lucido e, come odalisca, la sua luce palpabile danza nel recinto della mia stanza e come una perfida madre, dal seno colmo, non si stanca di alimentare il mio tormento. Ma stasera, forse più dogni altra sera, voglio cancellare la tranquillità che pesa tra le pareti. Allora? Mi domando chiusa dentro un lungo respiro. Minterrogo perplessa: saprò ancora cogliere a piene mani dal cesto della vita? Avrò lebbrezza dattingere dal cuore che va in frantumi?
Dallalto del suo trono la povera sigaretta ormai è una sgradevole cicca, goffa e disperata è in procinto di spiccare un volo.
Uno sguardo smarrito è attonito sullarea aperta delle mie pupille. La realtà e la trascendenza dei pensieri si sovrappongono, luna con laltra, impazienti. Sembrano due mondi paralleli, eppure cercano di congiungersi, di giustificarsi per respingersi e attrarsi come tra aliene circostanze. |
Quando la realtà si mostra opprimente ecco: si aprono le porte dellillusione. |
Sono sicura! Sto precipitando nellincanto dun sogno, come quella sera. Nulla turbava il big bang che fu un battito in cui, veloce, si formò un nuovo universo mentre, adesso, vorrei provocare unaltra implosione, distruggere ogni atomo, e mandare a pezzi ogni forma. È nello specchio deforme della vita che si può trovare la strada per entrare nel regno dove limmaginazione elargisce quelle sue emozioni, ma il passato è solo un guscio vuoto. Un guscio in cui ho protetto la vita prima di nasconderla nella mente. In un certo senso qualcosa cerca di filtrare attraverso la percezione incrostata dun ritratto sul muro: qualcuno? Sì, in quella stessa posa, logora e stagnante. Allora? Dedico linchiostro alla carta prima che linutile illusione della penna si possa confondere col pallore insonne delle ore. |