Home

La mia vita

Amori

Opere

Pittura

Galleria

Amici

Scrivimi

Articoli

Critiche

Consulenza editoriale

Collane editoriali

Manifesto Alienismo

Associazione Italiana Artists & Creatives

Akkuaria

Anterao

Percorso: Home/Letteratura/Vera Ambra/Opere/Presentazione di Vera Ambra


PREFAZIONE DEL LIBRO PUDORE DI VERA AMBRA

 

L’EQUAZIONE DONNA=POETA

 

Può la poesia cambiare gli eventi della vita e noi stessi?

Alfio Patti

 

 


 

veraragazzina.jpg (14348 byte)Può la poesia cambiare gli eventi della vita e noi stessi? Questo mi sono chiesto, e penso di non essere stato il solo.

Il poeta irlandese Auden scriveva: “Sono consapevole che tutti i versi da me scritti, tutte le posizioni da me assunte negli anni Trenta non sono riusciti a salvare un solo ebreo. Quegli atteggiamenti, quegli scritti sono d’aiuto solo a me stesso”.

E che la poesia sia stata d’aiuto a Vera Ambra non vi è dubbio. Ella inizia il suo cammino letterario con La voce delle donne (1992), con quella voce che le donne in passato non avevano mai avuto, ma che, a partire dal 1906, con la pubblicazione di Sibilla Aleramo Una donna, cominciano a far sentire.   Prosegue con Fiammiferi, e ci dà un «surrogato» di vita proprio perchè «la vita ha perso la sua partita» anche se, però, non ne è poi tanto convinta: ella sa, sente che può rinascere, ma non osa.

Sussurra, grida, aumenta il tono, la musicalità, perfeziona la forma e approda a La polvere e il vento, il suo terzo lavoro, dove cerca di curare la forma “esteriore” del testo senza preoccuparsi della forma “interiore”; punta più sulla immagine acustica del significato che non sul significato stesso.

Fa capolino, acquista un po’ di coraggio e con la gola arsa, per aver mangiato “la polvere mandata dal vento”, si disseta bevendo “perle di rugiada” alla “tua fontana [che] zampilla di miele [e chiude] gli occhi per placare l’ansia del cuore”. L’ansia e l’angoscia che l’hanno imprigionata nel “non-dire”, nel “non-raccontarsi”, finisce di esistere e approda “non nel presente e neanche nel futuro” ma nel mondo della fantasia, con Favola (1995).

Ricca di sensualità, di simboli che ci riconducono ai sensi, la poesia di Vera lascia “lenzuola”, “letti” , “tepori” per arrivare ad un aspetto che poche poetesse hanno decantato la maternità. In “Pudore”, la pubblicazione che stiamo trattando, finisce di “giocare” con il lettore e si presenta a noi nella totale nudità. Quel pudore che le aveva impedito di raccontare la sua vita, comune alla vita di tante donne, ora svanisce.

Svaniscono i tabù sociali deterrenti e la lettura viene desacralizzata nella ricerca di un nuovo leit-motiv. Niente punteggiatura, fine del gìnnico versificare e pathos diretto ed immediato che invade il lettore lasciandolo pago.

Ed ecco che la vita di Vera si universalizza con la vita delle donne, mentre si fa più forte l’equazione donna=poeta. Quest’equilibrio mi fa ricordare quanto diceva, nel 1956, Vladimir Šdanov: “La letteratura deve essere considerata nella sua relazione inseparabile con la vita della società, sullo scenario dei fattori storici e sociali che influenzano lo scrittore (...). (Ciò) esclude il punto di vista soggettivo e arbitrario che considera qualsiasi libro un’entità indipendente e isolata”.

La nostra autrice può ora ripercorrere le tappe della sua vita, dallo innamoramento alla sua iniziazione, dal suo essere donna al divenire madre; dal concepimento al parto, considerando i figli come un dono d’amore da offrire al mondo.

PRESENTAZIONE DI VERA AMBRA